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IL MAGO DI OZ ONLUS

LA COOPERATIVA

Quando siamo partiti con questa avventura erano in pochi a scommettere che si stava costruendo qualcosa di significativo nel campo dei servizi per le dipendenze.

I bisogni di accoglienza delle persone affette da problemi di dipendenza sono in continuo aumento ed è necessario offrire una risposta a un fenomeno in continua espansione. I servizi offerti dalla Cooperativa si diversificano ma i principi che guidano il nostro lavoro nascono sempre dalla volontà di garantire ai nostri utenti accoglienza, eguaglianza, efficienza, efficacia e riservatezza per realizzare interventi che possano prevenire, supportare o modificare le situazioni di difficoltà e disagio.

IL POTENZIALE
È GIÀ DENTRO DI NOI.
DOBBIAMO SOLO
IMPARARE A
RICONOSCERLO.

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Con la tua donazione potrai sostenere le attività e i progetti della cooperativa Il Mago di Oz Onlus. Il tuo aiuto è importante!

IL MAGO DI OZ ONLUS

CHI SIAMO

Quando siamo partiti con questa avventura erano in pochi a scommettere che si stava costruendo qualcosa di significativo nel campo dei servizi per le dipendenze.

Nel 2004 presso la sede del consorzio Solco a Brescia si riuniva periodicamente un gruppo di realtà bresciane del privato sociale che si occupava di problematiche di dipendenza. L’allora presidente del consorzio, Luigi Chiari propose a tale coordinamento la possibilità di avviare un percorso di riflessione sull’attivazione di uno SMI (Servizio Multidisciplinare Integrato) nel territorio dell’ASL di Brescia.
Gruppo Fraternità e Pinocchio Group aderirono a tale proposta e accolsero l’opportunità che la normativa nazionale prima (Atto d’intesa settembre 1999) e la normativa regionale della Lombardia poi (dgr.12621 aprile 2003) offrivano alle realtà del privato sociale di occuparsi della presa in carico e della diagnosi di problematiche di dipendenza. Il primo passo fu la costituzione dell’ente gestore, il 12/10/2004 nasce la cooperativa sociale Il Mago di Oz. Nel 2006 il servizio ottiene l’Autorizzazione al funzionamento e con la dgr del 20/12/2006 il percorso di accreditamento si conclude. Nel 2007 venne stipulato il contratto con l’ASL di Brescia.
Il primo SMI inizia a operare a Ospitaletto. Nei primi mesi di lavoro vengono messi a punto i protocolli tecnici (sanitari e farmacologici) e le procedure amministrative. Il primo SMI inizia a operare a Ospitaletto.

Nei primi mesi di lavoro vengono messi a punto i protocolli tecnici (sanitari e farmacologici) e le procedure amministrative. Ci si muove con l’idea che uno SMI gestito dal privato sociale debba essere un servizio ambulatoriale dinamico costruito in funzione delle esigenze dei suoi pazienti: orari differenziati, accoglienza immediata e operatori sociali e sanitari attenti ad ascoltare i pazienti. La crescita continua dell’affluenza al servizio proveniente da tutto il territorio della provincia di Brescia ha portato presto all’esigenza di aprire altre tre unità operative.
Nel 2010 entrano in funzione lo SMI di Rezzato (dgr Lombardia n°254), lo SMI di Bagnolo Mella (dgr n° 1161) e lo SMI di Pisogne (dgr n° 1162). Nel 2015 la rete di servizi della cooperativa si allarga attraverso l’apertura della Comunità Terapeutica Donatello (ex Ce.B.S.) di Brescia e nel 2017, viene acquisito il Consultorio Familiare Sant’Andrea di Iseo. Nel 2018 viene acquisito il Centro Diurno e il Centro di Pronta Accoglienza Residenziale di Spinadesco, subentrando alla cooperativa Fuxia. I principi che guidano il nostro lavoro nascono sempre dalla volontà di garantire ai nostri utenti accoglienza, eguaglianza, efficienza, efficacia e riservatezza per realizzare interventi che possano prevenire, supportare o modificare le situazioni di difficoltà e disagio.

La Storia del Nostro Nome

Il nome della nostra Cooperativa si ispira all’omonima fiaba moderna scritta da L. Frank Baum, un racconto che può essere letto come una metafora del processo di cambiamento che ci auguriamo si inneschi nei nostri utenti ovvero: la presa di coscienza delle proprie potenzialità ed imparare ad utilizzare una nuova misura per dare valore alle proprie esperienze. Da un punto vista simbolico Il Regno di Oz, dal quale Dorothy cerca di andar via per tornare a casa, può rappresentare quel luogo intimo dove ogni uomo rielabora le esperienze personali solo con se stesso; infatti quando Dorothy alla fine della storia torna a casa e racconta ciò che le è successo, nessuno le crede. Oz inoltre è il simbolo dell’oncia, unità di misura, per cui Il Regno di Oz è anche il luogo in cui si dà un peso, in cui si misura e si dà un valore, dove si distingue tra bene e male, dove si riflette su ciò che è stato per arricchirsi di un nuovo peso per affrontare e misurare ciò che sarà. Possiamo dire che è il luogo della coscienza. Il desiderio di tornare a casa, d’altra parte, simboleggia il bisogno che l’uomo ha da sempre di cercare le proprie origini, di cercare delle risposte alla condizione dell’essere e ai limiti della vita perimetrando il campo del conosciuto e sollevando delle mura (pareti) di difesa psichica. Per tornare a casa le streghe consigliano a Dorothy di rivolgersi al Mago di Oz, sovrano della città di Smeraldo, dotato di fantastici poteri. Sulla strada verso la Città di Smeraldo Dorothy deve fare i conti con tre aspetti della personalità. Lo spaventapasseri che vorrebbe avere un cervello rappresenta la leggerezza di pensiero e d’azione; l’uomo di latta che vorrebbe avere un cuore rappresenta l’incapacità di amare, di provare passioni e di interessarsi; mentre il leone che vorrebbe avere più coraggio rappresenta l’incapacità dell’uomo di saper cogliere a proprio favore le situazioni, di “rischiare” o provare realizzando il pensiero in azioni, l’incapacità di cogliere la vita come una occasione. Solo alla fine del “viaggio” queste tre peculiarità dell’uomo possono dirsi realizzate. Tutta la compagnia quindi si avvia verso il Mago di Oz per fare le proprie richieste. Il Mago di Oz, tuttavia, non può fare a meno di ammettere che niente può cambiare in modo magico. Riesce però a far comprendere allo spaventapasseri, all’uomo di latta e al leone che avevano già le qualità che desideravano e a Dorothy che lo strumento per tornare a casa (le scarpette di rubino) era già in suo possesso.

Estratto: Il simbolismo de Il Mago di Oz” di F. Scatigno

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Quando siamo partiti con questa avventura erano in pochi a scommettere che si stava costruendo qualcosa di significativo nel campo dei servizi per le dipendenze.

Nel 2004 presso la sede del consorzio Solco a Brescia si riuniva periodicamente un gruppo di realtà bresciane del privato sociale che si occupava di problematiche di dipendenza. L’allora presidente del consorzio, Luigi Chiari propose a tale coordinamento la possibilità di avviare un percorso di riflessione sull’attivazione di uno SMI (Servizio Multidisciplinare Integrato) nel territorio dell’ASL di Brescia. Gruppo Fraternità e Pinocchio Group aderirono a tale proposta e accolsero l’opportunità che la normativa nazionale prima (Atto d’intesa settembre 1999) e la normativa regionale della Lombardia poi (dgr.12621 aprile 2003) offrivano alle realtà del privato sociale di occuparsi della presa in carico e della diagnosi di problematiche di dipendenza. Il primo passo fu la costituzione dell’ente gestore, il 12/10/2004 nasce la cooperativa sociale Il Mago di Oz. Nel 2006 il servizio ottiene l’Autorizzazione al funzionamento e con la dgr del 20/12/2006 il percorso di accreditamento si conclude. Nel 2007 venne stipulato il contratto con l’ASL di Brescia. Il primo SMI inizia a operare a Ospitaletto. Nei primi mesi di lavoro vengono messi a punto i protocolli tecnici (sanitari e farmacologici) e le procedure amministrative. Il primo SMI inizia a operare a Ospitaletto. Nei primi mesi di lavoro vengono messi a punto i protocolli tecnici (sanitari e farmacologici) e le procedure amministrative. Ci si muove con l’idea che uno SMI gestito dal privato sociale debba essere un servizio ambulatoriale dinamico costruito in funzione delle esigenze dei suoi pazienti: orari differenziati, accoglienza immediata e operatori sociali e sanitari attenti ad ascoltare i pazienti. La crescita continua dell’affluenza al servizio proveniente da tutto il territorio della provincia di Brescia ha portato presto all’esigenza di aprire altre tre unità operative. Nel 2010 entrano in funzione lo SMI di Rezzato (dgr Lombardia n°254), lo SMI di Bagnolo Mella (dgr n° 1161) e lo SMI di Pisogne (dgr n° 1162). Nel 2015 la rete di servizi della cooperativa si allarga attraverso l’apertura della Comunità Terapeutica Donatello (ex Ce.B.S.) di Brescia e nel 2017, viene acquisito il Consultorio Familiare Sant’Andrea di Iseo. Nel 2018 viene acquisito il Centro Diurno e il Centro di Pronta Accoglienza Residenziale di Spinadesco, subentrando alla cooperativa Fuxia. I principi che guidano il nostro lavoro nascono sempre dalla volontà di garantire ai nostri utenti accoglienza, eguaglianza, efficienza, efficacia e riservatezza per realizzare interventi che possano prevenire, supportare o modificare le situazioni di difficoltà e disagio.

La Storia del Nostro Nome

Il nome della nostra Cooperativa si ispira all’omonima fiaba moderna scritta da L. Frank Baum, un racconto che può essere letto come una metafora del processo di cambiamento che ci auguriamo si inneschi nei nostri utenti ovvero: la presa di coscienza delle proprie potenzialità ed imparare ad utilizzare una nuova misura per dare valore alle proprie esperienze. Da un punto vista simbolico Il Regno di Oz, dal quale Dorothy cerca di andar via per tornare a casa, può rappresentare quel luogo intimo dove ogni uomo rielabora le esperienze personali solo con se stesso; infatti quando Dorothy alla fine della storia torna a casa e racconta ciò che le è successo, nessuno le crede. Oz inoltre è il simbolo dell’oncia, unità di misura, per cui Il Regno di Oz è anche il luogo in cui si dà un peso, in cui si misura e si dà un valore, dove si distingue tra bene e male, dove si riflette su ciò che è stato per arricchirsi di un nuovo peso per affrontare e misurare ciò che sarà. Possiamo dire che è il luogo della coscienza. Il desiderio di tornare a casa, d’altra parte, simboleggia il bisogno che l’uomo ha da sempre di cercare le proprie origini, di cercare delle risposte alla condizione dell’essere e ai limiti della vita perimetrando il campo del conosciuto e sollevando delle mura (pareti) di difesa psichica. Per tornare a casa le streghe consigliano a Dorothy di rivolgersi al Mago di Oz, sovrano della città di Smeraldo, dotato di fantastici poteri. Sulla strada verso la Città di Smeraldo Dorothy deve fare i conti con tre aspetti della personalità. Lo spaventapasseri che vorrebbe avere un cervello rappresenta la leggerezza di pensiero e d’azione; l’uomo di latta che vorrebbe avere un cuore rappresenta l’incapacità di amare, di provare passioni e di interessarsi; mentre il leone che vorrebbe avere più coraggio rappresenta l’incapacità dell’uomo di saper cogliere a proprio favore le situazioni, di “rischiare” o provare realizzando il pensiero in azioni, l’incapacità di cogliere la vita come una occasione. Solo alla fine del “viaggio” queste tre peculiarità dell’uomo possono dirsi realizzate. Tutta la compagnia quindi si avvia verso il Mago di Oz per fare le proprie richieste. Il Mago di Oz, tuttavia, non può fare a meno di ammettere che niente può cambiare in modo magico. Riesce però a far comprendere allo spaventapasseri, all’uomo di latta e al leone che avevano già le qualità che desideravano e a Dorothy che lo strumento per tornare a casa (le scarpette di rubino) era già in suo possesso.

Estratto: Il simbolismo de Il Mago di Oz” di F. Scatigno

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Il nome della nostra Cooperativa si ispira all’omonima fiaba moderna scritta da L. Frank Baum, un racconto che può essere letto come una metafora del processo di cambiamento che ci auguriamo si inneschi nei nostri utenti ovvero: la presa di coscienza delle proprie potenzialità ed imparare ad utilizzare una nuova misura per dare valore alle proprie esperienze. Da un punto vista simbolico Il Regno di Oz, dal quale Dorothy cerca di andar via per tornare a casa, può rappresentare quel luogo intimo dove ogni uomo rielabora le esperienze personali solo con se stesso; infatti quando Dorothy alla fine della storia torna a casa e racconta ciò che le è successo, nessuno le crede. Oz inoltre è il simbolo dell’oncia, unità di misura, per cui Il Regno di Oz è anche il luogo in cui si dà un peso, in cui si misura e si dà un valore, dove si distingue tra bene e male, dove si riflette su ciò che è stato per arricchirsi di un nuovo peso per affrontare e misurare ciò che sarà. Possiamo dire che è il luogo della coscienza. Il desiderio di tornare a casa, d’altra parte, simboleggia il bisogno che l’uomo ha da sempre di cercare le proprie origini, di cercare delle risposte alla condizione dell’essere e ai limiti della vita perimetrando il campo del conosciuto e sollevando delle mura (pareti) di difesa psichica. Per tornare a casa le streghe consigliano a Dorothy di rivolgersi al Mago di Oz, sovrano della città di Smeraldo, dotato di fantastici poteri. Sulla strada verso la Città di Smeraldo Dorothy deve fare i conti con tre aspetti della personalità. Lo spaventapasseri che vorrebbe avere un cervello rappresenta la leggerezza di pensiero e d’azione; l’uomo di latta che vorrebbe avere un cuore rappresenta l’incapacità di amare, di provare passioni e di interessarsi; mentre il leone che vorrebbe avere più coraggio rappresenta l’incapacità dell’uomo di saper cogliere a proprio favore le situazioni, di “rischiare” o provare realizzando il pensiero in azioni, l’incapacità di cogliere la vita come una occasione. Solo alla fine del “viaggio” queste tre peculiarità dell’uomo possono dirsi realizzate. Tutta la compagnia quindi si avvia verso il Mago di Oz per fare le proprie richieste. Il Mago di Oz, tuttavia, non può fare a meno di ammettere che niente può cambiare in modo magico. Riesce però a far comprendere allo spaventapasseri, all’uomo di latta e al leone che avevano già le qualità che desideravano e a Dorothy che lo strumento per tornare a casa (le scarpette di rubino) era già in suo possesso.

Estratto: Il simbolismo de Il Mago di Oz” di F. Scatigno

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I NOSTRI OBIETTIVI

Siamo convinti che i servizi alla persona debbono occuparsi del soggetto nella sua globalità.

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SERVIZI ALLA PERSONA

Nei nostri Servizi l’utente non viene semplicemente trattato negli aspetti “patologici”, ma è nostro compito prenderci cura della persona in tutta la sua complessità.
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COLLABORAZIONE CON LE ISTITUZIONI

La nostra mission è offrire alle istituzioni la nostra collaborazione nell’area dei servizi alla persona, per servizio sempre più completo.
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COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO

Offrire alle istituzioni la nostra collaborazione per offrire maggiori opportunità di presa in carico ai cittadini.

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I NOSTRI OBIETTIVI

Siamo convinti che i servizi alla persona debbono occuparsi del soggetto nella sua globalità.